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#Salute mentale e lavoro: una sfida per la Svizzera

salute mentale
Salute mentale al lavoro

La salute mentale è diventata una delle grandi sfide del nostro tempo, non solo per il sistema sanitario ma anche per il mondo del lavoro. In Svizzera, secondo l'ultimo rapporto nazionale della salute redatto dall’Osservatorio svizzero della salute (OBSAN), l’84% della popolazione in età attiva trascorre gran parte della giornata in attività professionali o formative. Emerge con chiarezza come il benessere psichico sia strettamente legato alla qualità dell’ambiente di lavoro.


Un quadro complesso: dati e tendenze sulla salute mentale

Secondo il rapporto nazionale sulla salute, la maggior parte delle persone occupate in Svizzera dichiara una buona soddisfazione lavorativa. Tuttavia, circa un quarto fino a un terzo dei lavoratori riferisce di sentirsi spesso stressato, esausto o insoddisfatto. Le situazioni più critiche si registrano nei settori del sanitario, sociale e della ristorazione, dove i carichi emotivi e fisici sono particolarmente alti.

Altri dati chiave:

  • 20% degli occupati convive con problematiche psichiche che incidono sul lavoro.

  • 1 su 3 lavoratori stressato o esausto

  • 7 mesi: durata media di una malattia psichica certificata e nel 50% dei casi ha come esito la perdita del posto di lavoro

  • Aumento delle rendite AI per motivi psichici sotto i 30 anni


Il Congresso Svizzero di Salute Pubblica 2025, svoltosi a Lugano il 10-11 settembre 2025, ha posto al centro la salute mentale con il motto “Investire nella ricchezza mentale”.

Il congresso ha sottolineato che la salute mentale non è un costo, ma un investimento per la società e per le aziende.

L’accento è stato posto sulla prevenzione, sulla creazione di condizioni di lavoro sane, e sulla lotta allo stigma che ancora circonda le malattie psichiche in tutte le fasi della vita. È un invito a parlare di più e meglio di benessere mentale, perché il silenzio resta uno dei principali nemici.


"La salute mentale non è un lusso individuale, ma una risorsa collettiva da proteggere."


La responsabilita' delle aziende: la Gestione della Salute in Azienda (GSA)

Il diritto alla protezione della salute, anche psichica, è sancito dalla legge sul lavoro. Ma per andare oltre la protezione minima serve un approccio sistemico: la Gestione della Salute in Azienda (GSA).

La GSA non è un insieme di iniziative isolate, ma una strategia strutturata che mira a:

  • ridurre i rischi psicosociali (stress, conflitti, burn-out);

  • rafforzare le risorse (leadership sana, equilibrio vita-lavoro, valorizzazione);

  • promuovere una cultura aziendale inclusiva e attenta al benessere;

  • sostenere il reinserimento dopo un’assenza per motivi di salute.


Non a caso, molte grandi imprese hanno già adottato sistemi certificati come il label “Friendly Work Space”, mentre per le PMI esistono strumenti pratici e consulenze mirate.


Prevenzione, dialogo e coraggio

Il rapporto e il congresso convergono su un punto: la salute mentale deve essere discussa, prevenuta, trattata. Non basta intervenire quando il problema esplode. Serve:

  • Prevenzione sistemica: non solo programmi di wellness, ma analisi dei rischi psicosociali e politiche di riduzione dello stress.

  • Dialogo aperto: tra medici, aziende e dipendenti. Oggi questo confronto è ancora troppo raro, eppure decisivo per evitare lunghi conflitti e assenze.

  • Formazione dei dirigenti: il comportamento del superiore diretto, la sua leadership, è uno dei fattori più determinanti per la salute mentale dei collaboratori.

  • Riduzione dello stigma: i dati mostrano che candidati con disturbi psichici hanno ancora meno possibilità di essere assunti rispetto a persone con malattie fisiche croniche.


Conclusione: un impegno collettivo

Il lavoro può essere una fonte di realizzazione e benessere, ma anche di stress e malattia. La differenza sta nelle condizioni che le aziende creano e nella capacità del sistema pubblico e privato di lavorare insieme.

Il congresso di Lugano ci ricorda che la salute mentale è una responsabilità condivisa. Perché diventi davvero parte della cultura lavorativa serve un salto di qualità: portare la GSA a livello sistemico, con norme, incentivi e strumenti accessibili a tutte le imprese, grandi e piccole.

La salute mentale è un bene collettivo: parlarne e agire non è solo giusto, ma necessario.

 
 
 

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