#La noia al lavoro
- G.Sandra
- 10 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Comprendere il fenomeno e costruire ambienti di lavoro più stimolanti

In un’epoca in cui si parla sempre più di stress e burnout, un altro fenomeno silenzioso e insidioso si fa strada nelle organizzazioni: la noia sul lavoro (boredom at work). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la noia non è semplicemente una mancanza momentanea di interesse, ma può trasformarsi in una condizione cronica con effetti dannosi sul benessere psicofisico e sulla produttività dei lavoratori.
Uno studio chiave per comprendere questo fenomeno è quello di Van Hooff (2017) https://psycnet.apa.org/record/2017-00251-013, il quale propone un modello dinamico di spillover tra soddisfazione dei bisogni psicologici, motivazione al lavoro e noia lavorativa. Questo approccio aiuta a spiegare come le esperienze emotive sul lavoro si intrecciano e si influenzano reciprocamente nel tempo.
Cosa causa la noia sul lavoro?
Secondo Van Hooff, la noia emerge quando i bisogni psicologici fondamentali – autonomia, competenza e relazione – non sono soddisfatti in modo adeguato. Il modello suggerisce che la mancanza di stimoli, di sfide significative e di interazioni sociali può creare un circolo vizioso: la noia riduce la motivazione, e la bassa motivazione a sua volta alimenta ulteriormente la noia.
Altri fattori organizzativi contribuiscono a questo stato:
* Routine eccessiva
* Ruoli poco chiari o sottoutilizzati
* Assenza di riconoscimento
* Leadership distaccata o autoritaria
Un rischio per la salute e la performance
La letteratura scientifica documenta diversi effetti negativi della noia cronica sul lavoro:
* Disturbi psicologici: ansia, demotivazione, depressione
* Aumento del turnover: i lavoratori annoiati cercano stimoli altrove
* Riduzione della produttività: calo di attenzione, errori, procrastinazione
* Malessere fisico: sedentarietà, disturbi del sonno, comportamento alimentare disfunzionale
Come prevenire e gestire la noia lavorativa
Per contrastare efficacemente la noia, è essenziale adottare un approccio integrato che coinvolga il benessere organizzativo, la leadership e la crescita personale dei lavoratori.
1. Gestione della salute in azienda (GSA)
Implementare programmi strutturati per la salute fisica e mentale:
* Check-up periodici e supporto psicologico
* Programmi di benessere e attività fisica
* Politiche di work-life balance
* Ambienti di lavoro stimolanti e vari
2. Leadership positiva e coinvolgente
I leader giocano un ruolo fondamentale nel contrastare la noia:
* Coinvolgimento attivo dei collaboratori nelle decisioni
* Feedback costruttivi e riconoscimento dei successi
* Promozione di un clima di fiducia e apertura
* Assegnazione di compiti sfidanti ma raggiungibili
3. Promuovere resilienza e adattabilità
Formare i dipendenti a sviluppare risorse personali per fronteggiare la noia:
* Percorsi di formazione sulla resilienza emotiva
* Incentivi all’autoapprendimento e allo sviluppo continuo
* Favorire il job crafting: adattamento proattivo del proprio ruolo in base ai propri interessi e punti di forza
4. Ristrutturazione dei ruoli e job rotation
La variazione delle mansioni può ridare significato e varietà al lavoro:
* Inserimento di micro-progetti trasversali
* Alternanza di compiti tra team
* Autonomia nella scelta delle modalità operative
Conclusioni
La noia sul lavoro non è un semplice fastidio passeggero, ma un segnale importante che l’organizzazione deve saper leggere e affrontare. Il modello di Van Hooff ci ricorda che la soddisfazione dei bisogni psicologici è alla base della motivazione. Per questo è necessario creare ambienti lavorativi dinamici, partecipativi e orientati al benessere.
Una buona leadership, una cultura aziendale aperta, e l’investimento nella salute e nella crescita personale dei lavoratori non solo prevengono la noia, ma promuovono organizzazioni più sane, resilienti e produttive.





Commenti